Giovanni, che succede? Che è sta ronza?

Lezioni online, per tutti. Chitarristi tra i 7 (Giulia) e i 66 anni (Giulio). Classici, acustici ed elettrici.

Gli elettrici: necessitano al più presto di una rieducazione all’udito in quanto tra tre mesi i genitori saranno colpevoli di figlicidio, non tanto per i volumi simil-aeroporto, quanto per le stranezze impensabili che riescono a tirare fuori dai loro scatoloni che amplificano pistolotti sonori incomprensibili ai più: rumori, fischi, ragli e ultrasuoni che gli etologi già reputano responsabili del famoso raptus autolesionisticus che colpisce fianco i cavalli a 3 km di distanza (ndr. una corsa sfrenata verso la tangenziale più vicina per farsi investire).

I classici al contrario: colpevoli di aver scelto uno strumento da sempre bandito dall’orchestra in quanto ‘non se sente ‘na ceppa’ (solo Rossini poteva usarlo nel barbiere, a patto di zittire gli altri 100 musicisti in orchestra), non hanno ancora affinato il tocco necessario a farsi udire dalla mamma a 15 cm di distanza. La quale tira un sospiro di sollievo (uno strumento che non disturba), ma non sa. Non sa che fra un anno il/la figlio/a si presenterà con sorriso e lo scatolotto suddetto produci-ragli rovinando i già precari equilibri col marito che vuole un figlio rock come lui non ha potuto essere (giustificazione: i miei non mi hanno permesso di fare il musicista. ok. Anche a me. Ma l’ho fatto istesso) e che quindi lascia fare.

In mezzo gli acustici. Che di solito hanno la chitarra acustica perché lo zio doveva regalargli la classica ma ha sbagliato tipologia. Quindi si tengono la acustica, ma non sanno bene perché.

Poi tutti a connettersi con skype. Che vuol dire che devi saper usare il computer/telefono/tablet e avere un minimo di sapienza di trafficoweb. Risultato: lezioni con un audio modello primo telegrafo Londra-New York e qualità video tipo YouTube nel 2004. Ma va bene lo stesso, l’insegnante digerisce qualsiasi cosa pur di continuare il proprio lavoro e si polverizza la retina del tentativo di comprendere dove Luciana, 9 anni, (non) sta schiacciando il Sib della terza corda senza ottenere nient’altro che un tonfo.

E alla fine i saggi. I saggi. Online pure quelli. Che se l’avessi proposto due anni fa il mio direttore avrebbe chiamato Helzheimer e mi avrebbe internato tempo zero. Quindi il pastone digitale-audio-video di cui sopra si moltiplica per i partecipanti al saggio ognuno dei quali ha invitato anche i parenti siciliani, quindi 242 connessioni con la linea ingolfata tipo Milano-Venezia uscita Lambrate ore 8.01. Facce incredule, ma sorrisi sinceri. Sono certo che molti che applaudono la Sonatina di Carulli eseguiti da Nicola non abbiamo sentito null’altro che un ammasso di glitch indefiniti da rete defunta. Ma siamo lì, tutti e 242, e questo vorrà pur dir qualcosa. Almeno ci stiamo provando a vivercela normalmente, questa situazione da decerebrati.

PS: Questo breve racconto è dedicato a tutti i miei 32 allievi che in questo momento dedicano parte del loro tempo a studiare la seicorde e a seguirmi con una fiducia che mi sorprende sempre di più, e ai colleghi che non sono ancora impazziti

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