Gli speakers per chitarra: dilemma?

Il cono sarebbe meglio chiamarlo ‘speaker’, ed è la parte finale dell’amplificatore. Per essere precisi è una specie di membrana unita ad un magnete che fa sentire quello che fa l’amplificatore producendone il suono, ed è quindi molto importante. Il cono è inserito in un cubo di legno che chiamiamo cassa: esistono casse con uno, due, quattro coni (per limitarci alla chitarra). Ci sono millemila modelli, e la differenza si sente eccome, soprattutto se prendiamo un’unica testata (che riunisce preamplificatore e finale di potenza) e le accoppiamo casse con speaker differenti. Ovviamente il web è zeppo di più disparati esperimenti e confronti con coni diversi e casse differenti accoppiate in vari mescolotti (auguri).

Le caratteristiche del cono che li differenziano sono: grandezza, potenza, impedenza, suono. Alcuni speaker sono diventati dei veri e propri standard perché utilizzati normalmente da artisti famosi. Come spesso succede per valutare correttamente questo genere di cose teniamo presente che:

  • Sul web troppa gente discute senza nemmeno aver provato lo strumento in questione.
  • L’orecchio è molto soggettivo (ci sono musicisti più o meno sordi, è la verità triste, o che semplicemente sentono in maniera differente) e le variabili che entrano in gioco sono tante: lo stesso identico cono può suonare diversamente a seconda della testata a cui lo accoppio, chitarra, cavia, corde, plettro, mano dell’esecutore, ambiente, cassa in cui è richiuso, non ultimo il volume che lo sollecita, supporto (su stand, a terra, diverso pavimento, legno, piastrelle), temperatura dell’ambiente, umidità etc etc., posizione del cono rispetto alla nostra testa…
  • L’unico modo quindi è avere diversi coni a disposizione nello stesso momento con un sistema che mi permetta di selezionarli diversamente in tempo reale (molti video sul tubo vengono fatti così e possono dare almeno un’idea di quello che cambia)
  • I video e le registrazioni sul web non ci danno una riproduzione reale del suono del cono: possiamo capire se ci sono delle differenze tra i vari coni mostrati, ma non dobbiamo credere (una volta entrati in possesso del cono desiderato) di sentire le stesse cose del video preso come esempio: questo perché oltre le variabili prima citate c’è pure quella del sistema di registrazione utilizzato: microfoni usati, scheda audio, eventuali preamplificatori che ovviamente non funzionano come le nostre orecchie.
  • Mai fidarsi della pubblicità: compro quello perché lo usa tizio. A parte il fatto che nessuno vi dirà mai tutto quello che usa o ha usato perché mica se lo ricorda (secondo voi Malmsteen cotto com’è si ricorda che coni hanno le casse che usa?), se io fossi un noto e pecunioso chitarrista userei tutti i coni e gli ampli e le chitarre del mondo: poi forse se Marshall mi dà tanta pila allora posso anche fare un paio di foto e portarmi l’ampli in giro, ma non vi dirò mai che dentro ci ho messo un Mesa Boogie Mark V. Oppure: noi comuni mortali abbiamo veramente la garanzia che Angus Young per registrare Back in Black abbia usato solo ed esclusivamente coni Greenback in casse Marshall? Ma poi: quei coni avranno suonata come i Greenback che compriamo noi ora nel 2021? (ovviamente no)

Quindi vi descrivo i coni che ho io:

Celestion G12T-75: quello tradizionalissimo montato sulla sempreverde Marshall Lead 1960, ovvero la cassa 4 coni più venduta e probabilmente più inutile (oggi). Molti tolgono 2 coni originali e ci montano due Celestion Vintage 30, dicendo che è il Nirvana (io mai fatto). Sembrerebbe quello che usa il Malmsteen. Il cono regge 75 watts ed è a 16 ohm, quindi ci si può collegare testate a 4, 8 o 16 ohm in quanto il valore della cassa deve essere sempre superiore a quello erogato dalla testata. Nel caso in cui il valore sia diverso si sentirà un calo di volume/potenza dovuto al fatto che i trasformatori della testa lavorano diversamente. Il mio è made in England ed è montato su un silent-cab della JetCity. Suona in maniera differente da quelli Made in China (qui video carino di comparazione)

https://celestion.com/product/15/G12T_75/

Celestion G12 M “Greenback”: detto anche “il sempreverde”. Quello che possiedo sta in una Dragoon monocono di fine anni 2000, ha impedenza di 8 ohm e una potenza di 25 watt. Viene venduto come “il cono rock per eccellenza” (Jimi, Angus e altri). Implica una maggior attenzione alla potenza erogata dalla testata, anche se per rovinarlo bisogna veramente esagerare con i volumi. Fondamentalmente anche a bassi volumi viene sollecitato in maniera ottimale, quindi è un’ottima scelta per le situazioni normali. Unico neo, pesa abbastanza.

https://celestion.com/productpdf.php?id=16

Celestion G12 Century: il meglio, perché pesa pochissimo essendo al neodimio. Oggi questi non li fanno più, essendo stati sostituiti dalla versione Century Vintage, quindi oggettivamente non so dire di più di quello che sento e che leggo sulle etichette: 8 ohm e 80 watts. Quello che possiedo sta in una Dragoon monocono di fine anni 2000.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...